Saturday, February 03, 2007

NEL BUIO
Il Giorno di Domenico non è stato la Domenica, ma il Lunedì...Non è nemmeno stato un giorno di sole: pioveva. Nemmeno un giorno, ma tardi alla sera. Non in qualche caffè della città, ma per strada, mentre io tornavo a casa dopo un paio di ore di far- niente.
Comunque, sarà sempre il Giorno di Domenico il 14 Giugno. Camminavo in fretta, erano già le dieci di sera. Prima, magari. C´era il buio. Camminando, ho visto qualcuno che veniva indietro. Spaventata, io? Camminavo, senza fermarmi. Il qualcuno lì, camminava anche lui. Ho passato dal marcipiedi, lui pìu prossimo. "Non sei Italiana, vero?"
Così, ci siamo conosciuti, nel buio. In pochi minuti,tante parole. Napoletano, lui. Io provavo di capirlo e di parlare l´Italiano, in mezzo al mio spavento. "Prenderesti un caffè, con me, qualche giorno?", ha detto lui, giusto all´angolo. "Si, Volentieri!", gli rispondo. Abbiamo cambiato dei recapiti uno dell´altro. Avevo un pezzo di carta, piccolino così, dove, ricorderò sempre, ha scrito il suo telefono. Non ce l´ho più, purtroppo. Soltanto il ricordo del momento. Il numero, lo guardo in memmoria.
La sera presentava un´aria fresca, veniva voglia di non tornare a casa. Guardare il Lungarno, seguire la mia caminata.
Pensieri su questo futuro caffè, lentamente,mi facevano già personaggi di una storia da raccontare.
Nell´incroccio fra Via Santa Maria e Lungarno Antonio Pacinotti, io sarei andata a sinistra, abitavo lì vicino; lui, a destra. Così, ci siamo salutati: "Ciao!" , "Ciao!"
Nel pommeriggio del 17 Giugno, Giorno Festivo a Pisa. San Ranieri. La serata prima è stata la Luminara di San Ranieri, nei Lungarni Pisani. Delle luci delle candelle portando tutti alla fantasia. Lui mi scrive invitando, lo rispondo di sì.
Ancora pommeriggio, ho caminato sola, guardando la Festa. Una bella giornata, quella...C´era sole, i dolci- un dolce di mandorle, dopo una granita di menta- la gente, dei palazzi dei Lungarni, in tanti colori diversi...
L´Arno, alle sei di sera, era già d´argento, bellissimo, ricevendo la Regata. Ed io, mentre guardavo, pensavo su di tutto. Pensavo a Domenico, in cosa si parlerebbe, se me la caverei bene con l´idioma. Nei dubbi, sull´Arno, sul buio che arrivava, piano piano. Pensavo a Napoli, a Pisa, a Porto Alegre. Pensavo a me. E anche a quanto era bello l´Arno nel tramonto! Quello non vedrò uguale, lo so.
Mi ha detto lui: "Ci troviamo alle 21:30, nella Via Santa Maria, dove ci siamo conosciuti. Poi, andiamo al Caffè.", ascoltavo, mentalmente, vistita in blu.
Mi ricordo dei nostri abbigliamenti, il colore della sera (c´era già meno del buio dell´altro giorno, il Giorno di Domenico, oppure ero io meno spaventata...). Lui è venuto subitamente a salutarmi, non l´avevo visto prima. E ci siamo andati a camminare un accanto all´altro. Mentre camminavamo, abbiamo fatto pìu di due chiachere...ma tante...Parlavamo, caminavamo, fra un riso e l´altro. Dicevo, sbagliandomi:"Como?", quando non capivo qualche espressione diversa.
E, uguale a tutte le storie d´amore, le chiacchere sono finite con un bacio. Un grosso bacio, nel Lungarno Pacinotti. Bello!
Racconto prima: stanchi di caminare, ci siamo seduti nella Piazza del Vettovaglie- dopo un lungo percorso- a prendere qualcosa da bere...Lui, un caffè...Io, la Coca-Cola...Pìu lunga, per dare alle due chiacchere una durata anche più lunga. Per dare ai miei pensieri ed al mio spavento un tempo lungo quanto la lunghezza della nostra caminata, quanto la lunghezza del bichiere di Coca, quanto la lunghezza del mio desiderio, ma anche dei miei dubbi. Lo guardavo, e guardandolo, ho percepito i suoi occhi neri. Lì, c´era il buio misterioso della serata del Giorno di Domenico. Lí, mentre provavo ad indovinare cosa c´era indietro a quelli occhi scuri, mi è venuto in mente il cancello del Palazzo Agostino, dove abitavo. Così scuro, misterioso, così nel buio, come gli occhi di Domenico, che non troverò mai uguali, così intensi.
Via Santa Maria, Ponte Sofferino, Lungarni, Corso Italia, Ponte di Mezzo, Borgo stretto, Piazza del vettovaglie, Lungarni, Piazza Carrara, Piazza Dante, Lungarno Pacinotti, Lungarno Pacinotti, Lungarno Pacinotti...E tante belle parole. L´ accento napoletano: bello, marcato. "Devi sentirre il tuo cuorre".
Mi ha insegnato la differenza fra Buongiorno e Buona Giornata...
E tanti baci.
Ci siamo fatti un saluto amaro, nel fine di un paio di giorni. Prima, Via Santa Maria; mentre, il corso del romanzo; alla fine, l´amaro di un saluto triste. Perchè, non saprò mai. Magari sarebbe un saluto ancora pìu triste se fosse proprio alla fine, proprio quando sarei andata via.
Non saprò mai, oppure posso indovinare tante fine diversi...
Mesi dopo, ho preso un´aereo a Roma.Lui, un treno. Un bel ritrovo, tante chiacchere, tanti baci, tante da dire. Nel´arrivederci, "ci vediamo l´anno prossimo!" Ed il mio pianto, mentre mangiavo un risotto al formaggio. Purtroppo, non sono pìu tornata. E non ci siamo pìu visti.
Per tante volte, ci siamo sentiti.
Oggi, penso come fosse un libro di racconti, dove ogni storia ha il suo fine, e la prossima la segue, e così vìa.I nostri recapiti telefonici, ce l´abbiamo ancora. Ascoltarlo dire "Bella!" fammi sempre tornare alla prima pagina...
Betina Mariante Cardoso
Ago/2004
Feb/07

9 comments:

AZ FOTOGRAFIA said...

Che bello, sono fiera di te, lo sai, ancora di più con il tuo primo (?) racconto in italiano...
Sei brava, brava assai, complimenti!
Bacioni,
Anna

Anonymous said...

necessita di verificare:)

Anonymous said...

molto intiresno, grazie

Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonymous said...

molto intiresno, grazie

Anonymous said...

molto intiresno, grazie

Anonymous said...

Si, probabilmente lo e

Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu